LA VILLA ALCHEMICA

O VILLA DEGLI SPIRITI
La Villa Alchemica o Villa degli Spiriti di Casalvieri di Giancarlo Pavat con Roberto Volterri & Bruno Ferrante

Nel paesino collinare di Casalvieri (in provincia di Frosinone ma nel territorio che dal Medio Evo sino all’Unità d’Italia non faceva parte del Lazio e dello Stato della Chiesa bensì del Regno di Sicilia e, poi, di Napoli,) nella remota Località “Fosse” (un tempo era denominata “Fratta di rose”) sorge un edificio singolare e fuori dal comune.
Il luogo, lontano da ogni possibile percorso turistico, è davvero suggestivo. E se oggi vi si incontrano solo alcune fattorie, immaginiamolo qualche secolo fa. Quando vi svettava soltanto il palazzo oggetto della nostra ricerca. Era davvero un altro mondo, un’altra dimensione. E in questa sorta di inesplorata regione dell’inconscio sorge, appunto, “Palazzo Fanelli”.
Sorta di grande casale in pietra, forse di origini medievali, o comunque seicentesche, ristrutturato nel 1814 da Vincenzo Fanelli, studioso di medicina ed alchimia.
Il Palazzo non è visitabile e non si può accedere al terreno e alla struttura in quanto proprietà privata. Ma la facciata (che è l’elemento più straordinario dell’edifico) è assolutamente visibile dalla strada e cattura immediatamente l’attenzione a cagione della sua ricchissima cifra decorativa. Si notano mascheroni, fregi, bassorilievi e scritte che rinviano all’esoterismo ed alla “Theosophia”.


L’edificio è perfettamente orientato lungo l’asse est-Ovest. Ovvero si accedeva da dove il Sole tramonta, dalle tenebre, e si procedeva verso il luogo da cui sorge il nostro astro, verso la Luce. Inoltre, Fanelli lo realizzò seguendo un ragionamento matematico-cabalistico imperniato sul numero 3.
Le scansioni della facciata, l’altezza, la larghezza, la tripartizione della superficie globale, in pratica ogni dimensione del Palazzo è perfettamente simmetrica e si ricollega, appunto, sempre al numero 3 o ai suoi multipli.
Notevole è la chiave di volta del portale centrale è stata scolpita a guisa di volto di Ermete Trismegisto dalla cui bocca fuoriescono dei serpenti.


Sopra le due arcate laterali sono presenti dei cartigli con elementi e figure alchemiche. Come il “Sole alchemico”, la Luna, “Mercurio Filosofale”, un laboratorio alchemico, l’Uroboro (il serpente che si morde la coda simbolo di eternità), l’Athanor con la scritta latina Festina lente (traducibile come “affrettai lentamente”). Il primo cartiglio reca la frase latina Nec tumide orando (ovvero “Né orgogliosamente discutendo”). Mentre il secondo recita Nec timide laborando(cioè “Né timidamente lavorando”).



Lo scrittore e medico Giacinto Mariotti, nel libro “La Massoneria in Ciociaria” del 2013, identifica “Palazzo Fanelli” come una rara (in Ciociaria) dimora alchemica e massonica. Sia per le decorazioni simboliche della facciata che per gli interessi culturali del proprietario, la Villa (che sarebbe corretto chiamare “Ermetica2) venne soprannominata localmente “Casa degli spiriti”, generando diverse leggende. Inoltre, sembra che fino agli anni ’50 del XX secolo, “Palazzo Fanelli” fosse noto localmente anche con un altro nome; “Villa del Mannaro”.
È probabile che il popolino, terrorizzato dai preti che avevano in odio il Palazzo in quanto appartenente probabilmente ad un massone (lo stesso Vincenzo Fanelli), cominciò ad associarlo ad entità negative e malvagie non necessariamente di questa sfera dell’esistenza. Agli “Spiriti”, appunto e a creature mostruose e pericolose, come appunto i (lupi) mannari, la cui credenza era molto diffusa anche in Ciociaria e comunque sempre connessa con patti demoniaci.
Gli scriventi hanno avuto la fortuna di poter vedere e fotografare (sono le immagini che presentiamo in esclusiva e anteprima assoluta in questo articolo) da vicino la “Villa Ermetica” e stanno ancora lavorandoci sopra (soprattutto con ricerche d’archivio) al fine di cercare di sciogliere almeno alcuni degli enigmi simbolici ed esoterici che la riguardano. La speranza è che presto possano emergere interessanti novità.
(Giancarlo Pavat, Roberto Volterri & Bruno Ferrante)


FONTE: IL PUNTO SUL MISTERO.IT